Santuario di Nostra Signora del Buon Consiglio

Informazioni

Il Santuario di Nostra Signora del Buon Consiglio, o Chiesa di Nostra Signora, è un luogo di culto mariano utilizzato dalla comunità cattolica romana di Scutari, in Albania. Ai piedi del Castello di Rozafa, la chiesa iniziò la costruzione nel 1917 sotto l'occupazione austro-ungarica dell'Albania durante la Prima Guerra Mondiale. Altamente venerata dai cattolici albanesi, fu demolita come oggetto di culto durante la Rivoluzione Culturale Albanese, solo per essere ricostruita dopo la caduta del comunismo.

Un insieme di antiche mura sul sito era da tempo venerato dai cattolici come le rovine di una chiesa dedicata a Nostra Signora del Buon Consiglio e dai musulmani come quelle di una khanqah dell'Ordine Bektashi. Lo storico ecclesiastico Daniele Farlati descrisse un attivo khanqah dei dervisci nel XVIII secolo. Il governo ottomano bloccò le mura quando scoppiarono controversie su quale fede avesse diritto al loro utilizzo, rimandando la questione a una commissione che includeva Jusuf Effendi Golemi e Shani Dedëjakupeva, che stabilirono che sia cattolici che musulmani potevano praticare il culto lì.

Nel 1917, il clero cattolico ottenne l'approvazione austro-ungarica per la costruzione della chiesa, provocando proteste da parte dei musulmani di fronte all'edificio del Ministero della Guerra a Vienna. La chiesa fu dedicata a Nostra Signora del Buon Consiglio e completata nel 1930. L'Arcivescovo di Scutari, Jak Serreqi, pose la prima pietra il 25 marzo 1917 e fu sepolto lì nel 1922.

Tour Virtuale

Nel 1946, dopo la presa del potere comunista, più di duemila pellegrini visitarono il santuario, ma poco dopo fu trasformato in una sala da ballo e alla fine sarebbe stato distrutto durante la Rivoluzione Culturale. Dopo la caduta del comunismo, la chiesa fu ricostruita e la sua prima pietra fu benedetta da Papa Giovanni Paolo II nel 1993. Il progetto fu finanziato da Simeone Duca, un noto teologo appartenente alla comunità arbanese degli albanesi a Zara, in Croazia.